Circoli virtuosi di gusto e di riscatto

La settimana scorsa ha preso il via una nuova avventura che punta sulla qualità e sulla dignità: naturalmente ne fa parte Cibo Agricolo Libero, fiore all’occhiello della valorizzazione delle eccellenze casearie del Lazio all’interno di un progetto di alto impatto sociale.

Dunque, l’11 ottobre ha aperto a Roma Pub&Shop Vale la Pena, il primo locale in Italia di vendita e somministrazione di prodotti dell’economia carceraria, alimentari e non. Oltre alle birre artigianali di Vale la Pena, promotrice dell’iniziativa, da Roma ci saranno il caffè Galeotto della torrefazione di Rebibbia Nuovo Complesso, realizzazioni di Man at work e del forno di Rebibbia Terza casa Fine Pane Mai. E, naturalmente, i formaggi di Cibo Agricolo Libero del caseificio di Rebibbia femminile.

I numeri che identificano i formaggi di Cibo Agricolo Libero, raccontano la prassi del carcere di individuare persone e celle con codici numerici. Ma a questa alienazione il lavoro artigianale si oppone: come è scritto sulle pareti del caseificio: “Il frutto del nostro lavoro non ha confini perché il latte è vita e la vita non si rinchiude”. Insomma i formaggi di Cibo Agricolo Libero sono prodotti di alta qualità che aprono le porte tra Rebibbia e il mondo fuori.

Cibo Agricolo Libero sta per compiere 3 anni, 3 anni di lavoro e di riscatto. La sua sfida quotidiana, la stessa di tutti i progetti di economia carceraria, è di donare una nuova chance ai detenuti. Questo porta indubbi vantaggi alla società sia in termini economici che di sicurezza sociale: secondo dati del 2005, chi viene inserito in progetti produttivi e qualificanti come questi torna a delinquere solamente 2 volte su 100. Al contrario, la recidiva tra coloro che non godono di misure alternative al carcere raggiunge il 70%.

Come dice Paolo Strano di Semi di Libertà onlus a Romasette.it

Ogni prodotto realizzato all’interno del carcere è una storia che si offre a ognuno di noi, una storia da raccontare e da ascoltare. Perché l’economia carceraria ha tutto il potenziale produttivo per contribuire alla crescita del Paese. È un business virtuoso, pulito, solidale, dall’alto valore sociale e rigenerativo.

Non ci resta che fare in bocca al lupo a questo nuovo business a impatto sociale!

Cibo Agricolo Libero a BePOP: aperitivo a base di diritti nell’estate romana

Dopo un intenso fine settimana al Festival delle Economie Carcerarie, insieme a tanti amici e colleghi, operatori di quella fetta di Italia che ogni giorno crea inclusione e costruisce possibilità (tra cui ringraziamo la Cooperativa Lazzarelle e Besk per i contributi fotografici in apertura del post!), Cibo Agricolo Libero ha già un nuovo appuntamento in calendario.

Parteciperà infatti alla rassegna Be Pop, presso il Caffè Nemorense nel Parco Virgiliano all’interno del quartiere Trieste, una serie di vivaci aperitivi a tema sociale, impegnati ma “Pop”, come leggiamo sulla pagina dell’evento:

Dai tavolini del Caffè Nemorense si potrà assistere e partecipare a incontri e dibattiti sugli argomenti sociali più fervidi degli ultimi anni. La leggerezza, tipica delle conversazioni da bar, sarà il vero leitmotiv, in totale contrapposizione con lo spessore dei temi affrontati. Un invito spassionato ad ascoltare, parlare, ridere, mangiare e bere.

Mangiare e bere con un senso preciso e un’etica, proprio nello stile cui ci hanno abituato Proloco DOL e Cibo Agricolo Libero. La rassegna inizia oggi, come ricordava anche un articolo uscito martedì 5 su ilmessaggero.it. In questi

incontri e dibattiti all’ora dell’aperitivo dalle 19 alle 21 (…) si parlerà per un mese di immigrazione, di fine vita, di carcere, di salvataggi in mare, di volontariato e di scuola senza “perdere l’amore”.

Vincenzo Mancino sarà presente per condividere l’esperienza del progetto Cibo Agricolo Libero domenica 24 giugno alle 19. Titolo dell’incontro “Cucina da Carcere”: le cooperative che producono cibo all’interno delle mura carcerarie italiane come mezzo, per recluse e reclusi, per prendere coscienza dei propri diritti e potenzialità. Con Vincenzo ci saranno Lorenzo Leonetti, promotore del progetto Caffè Nemorense, Sandro Bonvissuto, scrittore filosofo, il musicista Giancarlo Barbati detto Giancane, in veste di moderatore, e uno stand del Birrificio Vale la Pena. Save the date!

Berenice e il suo racconto del progetto Cibo Agricolo Libero

Berenice e Cibo Agricolo Libero | Proloco Dol

Entrato da Proloco Dol, al civico 35 di via Domenico Panaroli a Roma, quartiere popolare di Centocelle, trovi subito il grande bancone con salumi e formaggi ad accoglierti. In più, sulla sinistra, sul tavolo di fianco ai vini, oggi (Ndt: 27 aprile 2017) era presente un’esposizione particolare: i pecorini come il Conciato di San Vittore o Le Mura a forma di mattonella e i vaccini come Hathor, a piramide tronca e piccola occhiatura interna, e Don Blu dalle striature delle muffe Roquefort. Seduta al tavolo c’era Berenice insieme a degli opuscoli dal titolo Cibo Agricolo Libero Rebibbia Femminile.

Cibo Agricolo LiberoAll’interno del carcere di Rebibbia è stato realizzato un caseificio che utilizza prodotti a chilometro zero e solo latte nobile, dove Berenice e altre 3 detenute lavorano da lunedì al venerdì dopo aver superato la selezione, fatto non scontato, di un corso tenuto da Vincenzo Mancino, gourmet e ideatore di DOL e patron del progetto Cibo Agricolo Libero.

Berenice aveva degli occhiali che si è tolta prima di stringermi la mano e per la solidarietà propria di chi soffre di miopia le chiedo quanti gradi le manchino: – a destra 2 e ½… ma vedo bene è solo che qui c’è tanta luce!

In realtà è una normale giornata, non più luminosa di tante altre e certo il locale di Proloco Dol dà una sensazione di spazio e libertà (soprattutto all’entrata… sensazione che si perde alle 9 della sera quando tutti i tavoli e le sedie vengono occupate… sempre consigliata la prenotazione…) .  E’ vestita in modo semplice e pulito, un braccialetto rosso al polso destro, all’altro speculare un orologio, orecchini a cerchio e una collanina e mi ha fatto rivivere quei momenti di imbarazzo nell’essere semplicemente insieme agli altri in una situazione di normalità. Infatti mi dice: – sono fuori dal carcere in licenza premio!

Cibo Agricolo LiberoCome si svolge il vostro lavoro?

La mattina andiamo ai locali del caseificio, accendiamo tutto e mandiamo a 90°, questo anche per sterilizzare, l’igiene e la pulizia è tutto in un lavoro come questo. E poi ciascuna di noi ha il suo compito, la “casara”, l’addetta alla ricotta (sì facciamo anche la ricotta), chi aiuta e anche chi si occupa delle pratiche burocratiche che non mancano.

Come è stato il corso con Vincenzo Mancino?

Non facile, eravamo tante all’inizio… E anche ora quando viene a controllare il nostro lavoro se trova qualche cosa si mette ad urlare e io gli dico “Vincenzo stai buono”!

E lui?

Dice che prima aveva una moglie, ora ne ha cinque!

E quanti formaggi riuscite a fare?

In realtà non lo so… perché più che per numero di formaggi lavoriamo su chili e sui litri. Certo lavoriamo dai 1000 ai 2000 litri di latte a settimana e in un giorno circa 45-50 kg, di varie forme e tipologie!

Programmi per il futuro:

Sì! Il 20 maggio uscirò!

E nel caseificio all’interno di Rebibbia?

Troveranno una sostituta!

Cosa farai una volta fuori?

Ho voglia di continuare questo percorso con il progetto Cibo Agricolo Libero, forse si riuscirà ad avere un banco in un mercato qui a Roma!

E noi vi terremo informati!

(Note al post: ringrazio Berenice per la sua cordialità e per avermi concesso delle brevi videointerviste che saranno pubblicate su questo blog e/o sulla pagina facebook di Cibo Agricolo Libero e di Dol, e per avermi raccontato delle altre detenute con cui condivide spazi e progetti.)

Alessio Fabrizi

“FreedHome-Creativi dentro” e i prodotti di Cibo Agricolo Libero

ciboagricololibero-lastampaCibo Agricolo Libero e i suoi formaggi hanno dato vita insieme ad altre 12 realtà a “FreedHome-Creativi dentro”, che come riporta La Stampa:

è il primo negozio in Italia che nasce in maniera permanente e non estemporanea come attività commerciale e luogo di visibilità delle produzioni carcerarie.

Il 1° negozio in Italia aprirà a Torino, ma di fatto “FreedHome-Creativi dentro” è un marchio che raggruppa prodotti di alta qualità dal pane, ai biscotti, ai formaggi, al vino fino ai prodotti siciliani a base di mandorle, lavorati all’interno di 43 carceri italiane.

Quindi presto si potranno trovare i formaggi realizzati all’interno del Carcere di Rebibbia (Cibo Agricolo Libero) anche all’interno dei futuri punti vendita “FreedHome“, oltre che da Proloco Dol in via Domenico Panaroli 35 (Roma).

#Earthday: Cibo agricolo libero, rispetto per la Terra, rispetto per noi

Foto di David GoehringIn occasione della #giornatadellaterra (Earth day del 22 aprile), la connessione immediata che viene in mente pensando al 25 aprile e alla Liberazione è Cibo Agricolo Libero!

Cibo Agricolo Libero è per la liberazione della dignità delle persone e del lavoro, la resistenza del quotidiano, per omaggiare la terra con la promozione quotidiana di presidi di sostenibilità, biodiversità e bellezza.

Cibo Agricolo Libero è l’idea imprenditoriale di tramutare un angolo del carcere romano di Rebibbia in un caseificio di qualità, impiegando detenute che hanno seguito un corso di formazione specializzato e realizzato da Vincenzo Mancino di Proloco Dol.

Per Cibo Agricolo Libero ci vorrebbe una definizione, ma spesso le definizioni sono confini, e quindi lasciamo che questa idea sia un moto di libertà, di unione e creazione.

Per saperne di più:

Buona giornata della Terra e buon 25 aprile!

cibo agricolo libero

Cibo Agricolo Libero, un’opportunità di gusto, rispetto e passione!

ristretti orizzonti con Cibo Agricolo Libero

“Potevo contribuire a creare un’opportunità di lavoro serio per quelle donne che avevano voglia e meritavano di poter riscattare la propria difficile situazione”. Detto fatto, grazie a un investimento totalmente privato e a fondo perduto e con l’aiuto della direttrice di Rebibbia, Ida Del Grosso e degli agronomi Giulia, Michele e Luigi, Mancino (NdR. Vincenzo Mancino di Proloco Dol) ha dato avvio alla creazione del caseificio: Cibo Agricolo Libero nell’area della pulcinaia, appena sgomberata dai pulcini per farli crescere all’aperto.

Questo uno stralcio del bell’articolo dedicato alla presentazione del progetto Cibo Agricolo Libero, dove, al Circo Massimo di Roma, Vincenzo Mancino di Proloco Dol ha potuto narrare la sua idea tramutata in realtà: un connubio tra sapori (ottimi formaggi), iniziativa sociale e rispetto per il lavoro, l’impegno e il contributo di passione delle detenute del carcere di Rebbibia.

Per saperne di più consigliamo la lettura completa dell’articolo di “Ristretti Orizzonti” dedicato al mondo carcerario: Roma: “Il mio campo libero”, formaggi “Dol” (di origine laziale) a Rebibbia femminile

I formaggi di Cibo Agricolo Libero li potete trovare tutti i giorni da Proloco Dol e per rimanere sempre aggiornati, questo il link alla pagina facebook del progetto: https://www.facebook.com/Cibo-Agricolo-Libero-1510084422624317/

SAVE THE DATE: sabato 9 aprile con Cibo Agricolo Libero ne “Vale la pena”

Cibo Agricolo Libero e Vale la pena

SAVE THE DATE: questo sabato (9 aprile) potrete trovare i formaggi di Cibo Agricolo Libero, realizzate dalle detenute di Rebbibia (e coadiuvate da Vincenzo Mancino di Proloco Dol), in abbinamento alle birre del progetto “Vale la Pena” che sarà presentato a Villalba di Guidonia (RM) a The Golden Pot (corso Italia 15).

I formaggi di Cibo Agricolo Libero li potete trovare tutti i giorni da Proloco Dol e per rimanere aggiornati su tutte le iniziative questa è la pagina facebook dedicata: https://www.facebook.com/Cibo-Agricolo-Libero-1510084422624317/

Save the date: giovedì 24 marzo alla scoperta del progetto “Cibo Agricolo Libero” insieme a Vincenzo Mancino

cibo agricolo libero

SAVE THE DATE. Dalla pagina facebook di Archeogusto. Cucina Storica Romana e del Territorio l’invito per giovedì 24 marzo alle 19.00 a via del Conservatorio 73 alla scoperta di Cibo Agricolo Libero: progetto di agricoltura sociale nel carcere femminile di Rebibbia, raccontato dal suo ideatore Vincenzo Mancino.

I formaggi di Rebibbia li troverete in degustazione. Vi aspettiamo!

Cibo Agricolo Libero: un 8 marzo e un atto politico, giorno dopo giorno

Cibo Agricolo Libero Rebibbia e DOL

Un caseificio a km zero dove giorno dopo giorno si realizza un progetto di emancipazione e autonomia lavorativa per le donne del carcere femminile di Rebibbia: Cibo Agricolo Libero è l’iniziativa e l’impegno di Proloco DOL ovvero un 8 marzo che si costruisce ogni giorno, oramai una metodologia che caratterizza il lavoro di DOL; sintetizzando, un atto politico che si compie ogni giorno rispettando le persone, il territorio con la creazione di saperi, valorizzazione dei prodotti di eccellenza e tutela e diffusione di presidi del Gusto sottolineando che: “I formaggi si vendono solo se sono buoni, a prescindere da chi li abbia prodotti” ci ricorda Vincenzo Mancino, il quale però specifica che ovviamente, in questo caso, il progetto va oltre il formaggio stesso.

Ringraziamo Tekneco per l’approfondimento scritto da Letizia Palmisano sul progetto Cibo Agricolo Libero e tutte le persone che hanno condiviso questo percorso con noi, un progetto “messo in piedi solo grazie ai finanziamenti privati”, senza sovvenzioni pubbliche, né sgravi fiscali.

Per leggere tutto l’articolo: www.tekneco.it/ambiente/carcere-femminile-di-rebibbia-caseificio-a-km-zero/

Un buon 8 marzo a tutte, considerando un femminile inclusivo e creativo, donne e uomini, e un link per ricordare la genesi della giornata internazionale delle donne: http://www.internazionale.it/opinione/chiara-lalli/2015/03/08/origine-8-marzo-festa-donne

Potete seguire Cibo Agricolo Libero alla pagina Facebook: https://www.facebook.com/Cibo-Agricolo-Libero-1510084422624317/

“Il mio campo libero” al Circo Massimo con Vincenzo Mancino e Cibo Agricolo Libero

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Cibo Agricolo Libero è il progetto, voluto e gestito direttamente da Vincenzo Mancino di Proloco Dol, per la realizzazione di un caseificio e dell’intera filiera di produzione all’interno della Casa Circondariale Femminile di Rebibbia e Sabato 5 Marzo, ore 11 sarà presentato nello Spazio Incontri di Campagna Amica al Circo Massimo di Roma.

Dal sito www.mercatocircomassimo.it:

Gli istituti penitenziari che svolgono attività agricola e di trasformazione alimentare all’interno delle mura carcerarie sono circa cinquanta. Le attività sono gestite direttamente dagli istituti o da cooperative sociali che provvedono anche alla commercializzazione. Pur in assenza di studi scientifici sull’efficacia del lavoro agricolo ai fini del reinserimento sociale, l’esperienza empirica dimostra un generale beneficio per le persone detenute che lo svolgono. La situazione carceraria è uno dei più scottanti problemi del paese, sia per quanto riguarda le strutture detentive, sia per la condizione dei detenuti. È importante attivare interventi finalizzati a creare una prospettiva meno afflittiva per persone soggette alla restrizione della libertà, anziché misure esclusivamente repressive. Ciò può avvenire attraverso la partecipazione attiva di tutte le componenti della società civile che hanno a cuore lo sviluppo della democrazia e della condizione di civiltà del paese.

L’articolo su Cibo Agricolo Libero dal sito del Gambero Rosso: Cibo Agricolo Libero. Il carcere di Rebibbia diventa caseificio e l’intervista a Vincenzo Mancino dal sito di Agrodolce.

La pagina web del progetto Cibo Agricolo Liberohttps://www.facebook.com/Cibo-Agricolo-Libero-1510084422624317/