Il senso di un’avventura che continua

Cibo Agricolo Libero

“Il frutto del nostro lavoro non ha confini perché il latte è vita e la vita non si rinchiude”. Da oltre 3 anni questa frase accoglie chiunque entri nel caseificio all’interno del carcere femminile di Rebibbia. Sembra rivendicare tutto ciò che il progetto di Vincenzo Mancino ha provato a portare dentro queste pareti: conoscenze, esperienze, relazioni, professionalità. Come a dire che sono superabili questi penosi confini, se la vita anche qui offre le sue opportunità, da riconoscere e da cogliere.

Nuovo lavoro, nuova vita

Le detenute impiegate come casare grazie al progetto Cibo Agricolo Libero hanno imparato un mestiere e, forse, a credere di nuovo in sé stesse. Hanno acquisito una qualifica professionale non comune e potenzialmente molto interessante in un’Italia sempre più attenta al food e al recupero delle peculiarità gastronomiche locali.

Ogni giorno le casare producono per noi un cibo gustoso e sano. Lavorano lontano dai clamori mentre i loro ottimi prodotti vanno guadagnando visibilità e notorietà. Maneggiano materie prime del territorio:

  • latte di pecora biologico dalla campagna romana;
  • latte vaccino crudo che arriva dall’azienda La Frisona di Segni, certificato come latte Nobile, quindi più gustoso e con un ottimo rapporto tra Omega 6 e Omega 3;
  • spezie e erbe aromatiche tipiche del Lazio.

Un cibo che è un messaggio

Ci piace pensare che questa produzione virtuosa abbia qualcosa da dire anche alle nuove generazioni. I formaggi Cibo Agricolo Libero hanno ricette con una lunga storia alle spalle e, nel contempo, il “nuovo” valore di una filiera corta a basso impatto ambientale. E hanno forse l’ambizione, senza presunzione, di incoraggiare una “cultura della scelta”. La scelta delle cose migliori. Che ci sono: non è tutto uguale, scontato, massificato, contaminato.

Scegliamo le cose buone, dunque, facciamole durare, diamogli spazio, come direbbe un personaggio della letteratura che ci è caro, mercante e narratore. Anche a noi, come vedete, piace ri-narrarle ogni tanto queste cose buone, queste avventure a lieto fine cui abbiamo contribuito. E, immancabilmente, ci piace invitarvi a farne parte! 🙂

Cibo Agricolo Libero

Festival Economia Carceraria e chiusura del 2 giugno

Sabato 2 giugno Proloco D.O.L. rimarrà chiuso ma questo non vuol dire che vi lasceremo soli! Visto che anche voi sarete un po’ più liberi e spensierati in questo fine settimana vi segnaliamo l’evento Festival dell’Economia Carceraria. 

Il Festival si terrà presso la Città dell’Altra Economia – Largo Dino Frisullo, il 2 e 3 giugno ed è promosso e organizzato da Semi di Libertà ONLUS: in queste due giornate si affronteranno temi importanti legati alla condizione carceraria con una serie di conferenze sul tema della recidiva e dell’inclusione, ma ci sarà anche tanta musica e una mostra mercato di realtà produttive intra ed extra murarie da tutta Italia.

Tra i progetti presentati durante il festival dell’Economia Carceraria ci sarà anche il nostro caseificio sociale Cibo Agricolo Libero che porterà i suoi prodotti e racconterà la sua storia all’interno del carcere femminile di Rebibbia a Roma. Sarà un’occasione importante per riflettere sull’importanza del lavoro come risorsa riabilitativa, come spiega la pagina dell’evento Facebook del Festival:

L’iniziativa vuole essere la dimostrazione della forza riabilitativa del lavoro e dei percorsi di formazione e istruzione come strumenti di valore legati alla dignità della persona. E’ per questo motivo che nasce l’idea di aggregare modelli portatori di virtù, professionalità e voglia di fare nel sistema penitenziario del nostro Paese.

Cibo Agricolo Libero vi aspetta il 2 e 3 giugno al Festival Nazionale dell’Economia Carceraria per condividere insieme buone idee, buone pratiche e dell’ottimo cibo solidale!

 

Cibo Agricolo Libero

Perché scegliere Proloco D.O.L.

Perché scegliere Proloco D.O.L.? Perché quando decidete di farci visita non scegliete solo un negozio o un ristorante ma entrate a far parte di un progetto fatto di etica per il cibo e sperimentazione culinaria per esprimere al meglio la qualità dei nostri prodotti e della nostra selezione.

Il cibo diventa così espressione di una filosofia che rispetta i tempi delle stagioni e degli animali, un progetto fatto da contadini, agricoltori, allevatori e soprattutto da persone! Persone che credono nell’ecosistema gastronomico di D.O.L.. Sulla nostra strada abbiamo trovato compagni di viaggio e anche molti amici, ristoratori che, come noi, sanno che il cibo significa cura delle materie prime che diventa attenzione per il cliente, così negli anni sono diventati tanti i ristoratori che hanno scelto i prodotti della bottega del gusto Proloco D.O.L. e del caseificio sociale Cibo Agricolo Libero per i loro locali: Osteria Fratelli Mori e Amodei, solo per citarne alcuni.

Pro Loco è l’amore che abbiamo dentro per questo modo di vivere il cibo.
Grazie a tutti quelli che sognano e che continuano a farci sognare che tutto questo è possibile”

Vincenzo Mancino

La rete dei prodotti a basso impatto ambientale cresce e con lei anche la voglia di consapevolezza e, proprio a dimostrazione che il nostro impegno è “a lunga percorrenza”, citiamo il fatto che la Pecora Nera Editore ci segnali fra i ristoranti che tengono l’olio extravergine di oliva nella dovuta considerazione, motivo per cui Vincenzo Mancino parteciperà all’evento conclusivo della seconda edizione di Evoluzione, lunedì 14 gennaio 2019 al Parco dei Principi Grand Hotel di Roma, per provare i prodotti dell’annata 2018. Sì, avete letto bene, gennaio 2019: la nostra dedizione è costante e poi… pensare al futuro è un impegno che parte dal presente! : -)

Proloco D.o.l.

 

La terra non si imprigiona: Cibo Agricolo Libero

Il lavoro rende liberi, da questa idea e dal riscatto che il lavoro porta con sé nasce l’idea di un caseificio Libero, un luogo nel quale il riscatto sociale e personale passa attraverso la realizzazione dei propri progetti e soprattutto dalla presa di coscienza delle proprie potenzialità. In questi giorni anche RAINEWS ha dedicato un servizio al progetto Cibo Agricolo Libero, servizio che potete vedere cliccando QUI.

La terra non si imprigiona

La terra non si imprigiona: con quest’idea Vincenzo Mancino ha dato vita alla realizzazione, per le detenute della sezione femminile di Rebibbia, di un caseificio al quale è stato dato un nome che rendesse bene l’idea della progettualità che c’era dietro: Cibo Agricolo Libero. Quando Vincenzo Mancino inizia la sua collaborazione con la casa circondariale di Rebibbia pochi sapevano che al suo interno era già presente un’area coltivata e certificata Bio, un luogo dove le detenute potevano lavorare durante il giorno. Ma è stato durante una gara di cucina organizzata all’interno del carcere che la direzione chiese a Vincenzo cosa si sarebbe potuto fare con gli spazi inutilizzati, così nacque l’idea di destinare l’area alla produzione di formaggi. Come ricorda Vincenzo Mancino in una sua intervista:Inizialmente avevamo pensato di chiamarlo Cibo Libero, per ovvi motivi, poi abbiamo inserito ‘Agricolo’ per differenziarlo dalla produzione industriale, abbiamo voluto sottolineare la filiera corta, certificata e certa che caratterizza i nostri formaggi”.

Il progetto nasce dalla volontà di donare a queste donne un know how che potranno sfruttare anche una volta fuori, facilitando così il loro reinserimento in società, dal momento che il carcere non è un luogo solo punitivo: il carcere può e dovrebbe essere un luogo dove poter capire i propri errori e cercare, una volta scontata la pena, di rifarsi una vita dignitosa. Oggi forse anche grazie a questo progetto si stanno moltiplicando le iniziative a favore del reinserimento dei detenuti, vogliamo ricordare il progetto “Vale la Pena” ideato e gestito da “Semi di Libertà Onlus” in cui persone in regime detentivo vengono formate e inserite nella filiera della birra artigianale.

Formaggi di qualità, formaggi da filiera corta

Se avete voglia di un formaggio di qualità, proveniente da filiera corta, certificato e che ha un gran lavoro dietro allora non vi resta che venire ad acquistare i prodotti Cibo Agricolo Libero in via Domenico Panaroli 35 da Proloco D.O.L. oppure nel punto vendita subito fuori le mura della casa circondariale di Rebibbia in via Bartolo Longo 92, oltre che in tutti i punti vendita che sono in “rete” con noi e che utilizzano all’interno dei propri ristoranti i prodotti Cibo Agricolo Libero. Una rete fatta di persone che, come noi di D.O.L., pensano che un riscatto ed una rinascita siano sempre possibili anche e soprattutto attraverso il CIBO LIBERO.

Cibo Agricolo Libero

Cibo Agricolo Libero compie due anni: ecco le specialità realizzate nel caseificio di Rebibbia

 

Due anni intensi, fatti di dedizione al lavoro e formazione continua, ma anche di passione e amore per il formaggio di qualità: è un compleanno speciale quello di Cibo Agricolo Libero, il progetto realizzato da Vincenzo Mancino all’interno della Casa Circondariale Femminile di Rebibbia. Un caseificio che ha ridato speranza alle detenute – una speranza tangibile e fattuale – mettendole nella condizione di apprendere competenze, di imparare un lavoro, di realizzare qualcosa di concreto per il proprio futuro al di fuori delle mura carcerarie.

 

Ma Cibo Agricolo Libero non è “solo” un progetto di solidarietà: si basa sulla formazione certosina che proprio Vincenzo ha messo in campo, sulla capacità delle detenute di organizzare la produzione, sulla costruzione di una vera e propria filiera corta che porti i formaggi di alta qualità realizzati all’interno del carcere sulle tavole romane. Da Proloco Dol, locale di Centocelle dove le specialità di Cibo Agricolo Libero sono sempre disponibili, questi straordinari formaggi sono arrivati nelle migliori gastronomie e nei ristoranti capitolini, sono stati scoperti dai gruppi di acquisto e dai mercati locali, sono stati apprezzati dal pubblico dei foodies.

 

I formaggi di Cibo Agricolo Libero

Ma quali sono i prodotti di Cibo Agricolo Libero e che caratteristiche hanno? La prima e più importante è l’alta qualità della materia prima, il latte, rigorosamente crudo, che permette a questi formaggi di sviluppare caratteristiche organolettiche specifiche, acquisendo sfumature di sapore e note aromatiche uniche. In particolare, per i vaccini le detenute utilizzano Latte Nobile certificato acquistato dall’azienda La Frisona di Segni.

Come il LatoXlato, un formaggio a pasta semi-dura dal color avorio, che sprigiona al naso profumi di latte e burro fuso che si mescolano a un sentore vegetale, o il Candidum, formaggio dalla pasta morbida che restituisce una sensazione piacevole al palato, con i suoi sentori vegetali e di frutta secca. O ancora il Fico Nobile, una pasta semi-dura prodotta con caglio vegetale, avvolta in foglie di fico, che al palato libera i profumi tipici regalati dall’affinatura, e Hathor, formaggio a pasta semi-dura, con il suo sapore dolce e allo stesso tempo tendente al salato, che emana profumi fungini propri del penicillum candidum che ricopre la sua crosta.

Ma qui si producono anche ottimi pecorini, come il Conciato di San Vittore, formaggio quasi estinto letteralmente salvato da Vincenzo Mancino: un prodotto unico nel suo genere, dalla storia antichissima, conciato con 15 spezie diverse fra cui ginepro, lauro, timo serpillo, finocchio selvatico, coriandolo, salvia, pepe nero e bianco, basilico, rosmarino e anice. E il pecorino in vinacce – dall’evocativo nome Na Vitaccia – conciato con le vinacce dell’azienda agricola Marco Carpineti, che regala un gusto sapido e leggermente piccante, dalla forte persistenza, che sfuma nei caratteristici sentori vinosi e persiste al palato.

Potete trovare i formaggi di Cibo Agricolo Libero presso Proloco Dol, nel quartiere Centocelle (via D. Panaroli 35), ma anche a Rebibbia, grazie al banco di vendita di via Bartolo Longo, gestito da una delle ex detenute inserite nel progetto. Inoltre, da qualche mese questi incredibili prodotti sono disponibili anche sulla piattaforma dedicata ai gruppi d’acquisto L’Alveare che dice si. Buon appetito!

Cibo Agricolo Libero è anche nell’avventura di Altrove

Ancora una bella storia di inclusione e integrazione legata al buon cibo. Ce la racconta un articolo dell’agenzia Askanews. A Roma, nel quartiere Garbatella, ha aperto un ristorante sociale, “Altrove”  nato da un progetto del Cies, Centro Informazione ed Educazione allo Sviluppo che, tramite il centro di aggregazione giovanile MaTeMù, realizza percorsi gratuiti di formazione sulla gastronomia interculturale rivolti a giovani vulnerabili, italiani, migranti o figli di immigrati tra i 16 a i 24 anni.

La formazione si chiama “MaTeChef”: novanta ore (di cui sessanta specifiche di indirizzo: cucina, sala-bar o pasticceria) cui si aggiunge un tirocinio retribuito presso Altrove o in altri ristoranti di Roma che hanno dato la loro adesione al progetto. Il responsabile della formazione si chiama Lorenzo Leonetti:

“Il rispetto nei confronti delle persone con cui si lavora è la prima cosa che insegniamo da Altrove. A questo si aggiunge il rispetto per le materie prime sia dal punto di vista etico che ecosostenibile, la lotta agli sprechi e l’attenzione ai prodotti di stagione”.

I fornitori di Altrove vengono selezionati secondo gli standard dell’alta qualità e dell’impegno sociale. Così, accanto ai prodotti  Altromercato e Libera Terra e allo yogurt della Cooperativa Barikamà, non potevano mancare i formaggi di Proloco Dol, in particolare quelli di Cibo Agricolo Libero, caseificio della Casa circondariale Femminile di Rebibbia: numerati e senza nome, per evidenziare l’alienazione del carcere, hanno saputo aprire una porta tra il mondo dentro e il mondo fuori.

Porte Aperte sul Mondo è anche la headline di Altrove, a cui facciamo tanti auguri per questa avventura!

Berenice racconta Cibo agricolo libero

Cibo Agricolo LiberoPochi sanno che all’interno della sezione femminile del carcere romano di Rebibbia c’è una vasta parte di terreno coltivata con metodo biologico e allevamenti di animali come pecore, conigli, polli e tacchini. In questo contesto in cui le mura di recinzione sembrano lontane, è diventata realtà il nostro progetto di caseificio dove hanno trovato un impiego retribuito 4 donne.

Ma creare lavoro in carcere non servirebbe a niente se non si crea la speranza di poter continuare fuori quello che si è appreso, la speranza poi deve diventare realtà concreta…
…e questa realtà a volte così semplice per noi è un sogno per molte persone.

Ci piace pensare questo: aiutare a realizzare un sogno con le proprie possibilità e capacità, nonostante tutto!!!
Berenice parlerà a chi lo vorrà della propria esperienza, presentandovi il frutto del suo lavoro, il formaggio del progetto “Cibo Agricolo Libero“, senza dimenticare le sue amiche!!!

 

Dove: da Proloco Dol, via Domenico Panaroli 35 (Centocelle) a Roma

Quando e a che ora? 27 aprile 2017, dalle 13 in poi

L’evento su facebook: Berenice racconta Cibo Agricolo Libero

Una foto e una curiosità: la foto con Vincenzo Mancino e la squadra femminile di cui si avvale il caseificio del progetto “Cibo Agricolo Libero” rappresenta il 1° formaggio realizzato, lanciato in aria come rito di buon augurio… una sorta di “esprimi un desiderio… e vai!!!”

Più informazioni: http://dioriginelaziale.it/cibo-agricolo-libero/

Cibo Agricolo Libero a Linea Verde

lineaverde

Sabato 29 ottobre la trasmissione Linea Verde ha dedicato un servizio al caseificio creato da Vincenzo Mancino nel carcere femminile di Rebibbia. Uno dei conduttori del noto programma di RaiUno, Marcello Masi, è andato a visitare Cibo Agricolo Libero …ed è stato subito messo a lavorare con le forme di cacio da Vincenzo Mancino.

Grande spazio è stato dedicato al formaggio in produzione in quel momento, il Conciato di San Vittore, a base di latte ovino biologico della campagna romana ed erbe aromatiche dei Monti Aurunci: una ricetta unica tramandata oralmente per secoli e “donata con amore” da un anziano produttore di San Vittore alla cooperativa casearia del penitenziario.

La direttrice del carcere Ida Del Grosso, intervistata da Masi, afferma che le lavoratrici di Cibo Agricolo Libero usciranno dal carcere con la sicurezza di un mestiere, tra l’altro molto richiesto, e  con la possibilità di liberarsi dello stigma di ex detenute.

Il Conciato di San Vittore e gli altri formaggi di Cibo Agricolo Libero sono prodotti di eccellenza che aprono le porte tra Rebibbia e il mondo fuori. Proprio come è scritto sulle pareti del caseificio: “Il frutto del nostro lavoro non ha confini perché il latte è vita e la vita non si rinchiude”.lv2