Uomo e natura, l’equilibrio che scegliamo

uomo e natura - un alpeggio

Il rapporto tra uomo e natura è dibattuto ormai quasi quotidianamente, grazie a fenomeni come inquinamento, cambiamenti climatici, allarmi sanitari. Per decenni la natura è stata fonte di risorse e luogo di scarico di rifiuti e residui di produzione. Poi ci siamo accorti che siamo noi stessi “natura”, parte di questo ambiente depredato e avvelenato. E abbiamo cominciato a guardare con occhio più avveduto e critico i sistemi economici e gli stili di vita. Per cambiare i quali, è necessario che mutino le nostre scelte quotidiane.

Ieri sera, presso l’accogliente sala grande di Proloco Trastevere, Vincenzo Mancino ha aperto la conferenza stampa di presentazione della seconda edizione di Formaticum con una provocazione.

Secondo l’economia classica, come sintetizzata da Wikipedia, un bene (oggetto d’uso del consumatore) è un “oggetto disponibile in quantità reperibile e utile, ovvero idoneo a soddisfare un bisogno”. Ne consegue, quindi, che produrre beni scarsi rispetto alla domanda è inutile.

…Come dire che pastori, allevatori e produttori di Formaticum – che vivono in sintonia coi ritmi della natura, che rifiutano mangimi chimici e modalità di allevamento non rispettose, che non conoscono festività e ferie per le esigenze di accudimento del bestiame – sono inutili… visto che producono poco.

Uomo e natura, quantità e qualità

Ma come può essere inutile, per un consumatore, avere accesso a prodotti sani, frutto di un’economia virtuosa che preserva qualità ed ecosistemi? Da qui la scelta di DOL e de La Pecora Nera Editore, ideatori di Formaticum, di dedicare l’edizione 2020 al consumatore.

Domenico Villani, presidente di Onaf e ieri sera a fianco di Mancino, ha ricordato ai giornalisti il passaggio culturale da customer al consumer, ovvero da cliente a consumatore. Infatti il cliente era colui che sceglieva mentre il consumatore si limita a utilizzare ciò che il mercato propone. Ma in realtà, se rimette i panni del cliente, il consumatore può avere proprio il ruolo di cambiare la domanda dei beni sul mercato.

Come esempio paradigmatico delle buone pratiche che il consumatore può sostenere, Formaticum quest’anno ospiterà lo Storico Ribelle la cui storia ieri sera è stata raccontata dal direttore della testata online Quale formaggio, Stefano Mariotti, terzo interlocutore della conferenza stampa. Questo formaggio a base di latte crudo vaccino e caprino è prodotto in estate in Valtellina, su pascoli tra i 1400 e i 2000 metri. Era prima conosciuto come Bitto, formaggio tradizionale delle valli Gerola e Albaredo.

Quando però il Consorzio Bitto DOP, per aumentarne la produzione, ha introdotto pratiche non tradizionali – l’uso di mangimi, l’aggiunta facoltativa del latte caprino e l’utilizzo di fermenti nella caseificazione (che appiattiscono il gusto) -, alcuni produttori hanno dato vita al Bitto Storico: formaggio realizzato con modalità che ne fanno un prodotto d’eccellenza, che dal 2016 ha preso il nome di Storico Ribelle, oggi Presidio Slow Food.

Storie virtuose da promuovere e sostenere

La produzione dello Storico Ribelle sembra sintetizzare un massimo equilibrio nel rapporto fra uomo e natura, col risultato di una qualità fuori dal comune:

  • solo erbe alpine brucate al pascolo come alimentazione (valorizzazione della biodiversità),
  • un pascolo “turnato” nel rispetto dei ritmi della vegetazione montana,
  • l’obbligo di rottura e spargimento delle feci essicate sul pascolo stesso, per preparare le erbe alpine dell’anno successivo,
  • una lavorazione entro 20 minuti dalla mungitura, nella temperatura ideale dei Calècc alpini, in modo che il latte non subisca alterazioni,
  • un 10-20% di latte di capra che garantisce persistenza, gusto e longevità al formaggio.

Il passaggio successivo è quello di promuovere questo approccio antico e nuovo insieme, e gli unici che possono farlo sono gli intermediari a contatto con i potenziali clienti. Nasce così il progetto delle Botteghe Storiche, punti vendita che vendono lo Storico Ribelle e soprattutto ne divulgano il messaggio ai consumatori. Ecco allora che Formaticum premierà alcuni clienti di queste botteghe, che hanno colto il valore della proposta e ne hanno fatto la loro scelta alimentare.

Un’edizione ricchissima questa di Formaticum 2020, che speriamo riscuota tanto interesse e risvegli, oltre ai palati, la consapevolezza dei consumatori più dormienti  🙂

presentazione Formaticum

L’economia alternativa dei piccoli produttori di salumi

economia-alternativa-piccoli-produttori-di-salumi

Salum’è, mostra mercato di salumi rari, e tutto il contesto di economia alternativa in cui questi salumi rari nascono, sono stati raccontati alla stampa martedì, nella sala grande di Proloco Trastevere.

Vincenzo Mancino ha presentato questa iniziativa come una nuova creatura del progetto DOL. Le parole chiave di Salum’è dunque sono:

  • promozione delle tradizioni gastronomiche dei territori;

  • incontro tra realtà produttive di alta qualità e mercato dei consumatori;

  • valorizzazione di piccole aziende che riescono faticosamente a “portare avanti un certo tipo di lavoro”.

Il lavoro dei produttori di salumi dell’economia alternativa

In cosa consiste questo lavoro? Vincenzo ha iniziato dal rispetto per l’animale. Nei territori in cui l’allevamento è praticato da sempre il maiale è stato, in alcuni luoghi, fonte di “resistenza” agricola e sostentamento anche in periodi di guerre e carestie. Quasi un compagno di vita, dunque, che si tratta in modo coscienzioso, si alleva allo stato brado, si conserva nella sua razza autoctona.

Parliamo di qualche migliaia di capi all’anno, mentre dagli allevamenti intensivi esteri ne arrivano sul mercato italiano decine di migliaia a settimana. Il maiale vivo è una delle materie prime quotate alla borsa di Chicago e muove gli interessi economici di milioni di persone.

Un altro aspetto del lavoro di queste piccole aziende è l’innovazione, necessaria a tutelare la tradizione e a ritagliarsi una nicchia di mercato a fronte della concorrenza della grande industria. Un esempio ne sono i conservanti naturali usati da alcuni produttori (bieta, rapa rossa, ecc), innovazione che sostituisce soluzioni industriali meno salubri.

Le piccole realtà produttive invitate a Salum’é sono l’anima di un sistema economico virtuoso che propone una visione diversa di allevamento, produzione e consumo. E la sfida di questa mostra mercato è sostenere aziende che altrimenti non avrebbero uno sbocco su Roma: vanno promosse, messe insieme, fatte incontrare fra di loro per creare la rete e lo scambio necessari nei momenti in cui più sono minacciate dai grandi colossi.

Il ruolo dei consumatori critici

Ma l’ultima parola è affidata ai singoli, ai cittadini che scelgono quale salume acquistare. Per ampliare le conoscenze e migliorare la consapevolezza dei consumatori Salum’è ospiterà anche incontri e seminari sul prodotto salume. Li ha brevemente presentati Angelo Tombolillo dell’Onaf, che affiancava Vincenzo Mancino nella conferenza stampa.

I consumatori romani sono sempre più attenti al cibo che mangiano. Su Roma ci sono realtà virtuose di banchi, negozi, ristoratori attenti a proporre prodotti di qualità. DOL contribuisce da anni a questo cambiamento di direzione, e Salum’é è un’occasione da non perdere per sostenere i produttori più virtuosi… Non perdiamola!  🙂

Un cibo genuino …e sostenibile

Che il “cibo genuino” possa essere nel contempo il prodotto di un’agricoltura sostenibile per il pianeta è una consapevolezza recente. Il cibo genuino dei nostri nonni (e bisnonni) contadini e allevatori era … il frutto del loro lavoro. Si trattava di piccole realtà agricole che offrivano a famiglie e comunità il nutrimento quotidiano.

Ora trovare vero cibo genuino è diventata un’impresa ardua, almeno per chi vive in città. A disposizione dei consumatori c’è una tracciabilità della filiera sempre più ricca ed esaustiva ma resta il fatto che ciò che mangiamo tutti i giorni spesso è prodotto da grandi aziende di stampo intensivo e industriale.

Proprio questi prodotti sono quelli più diffusi e reperibili, considerando anche che l’attuale modello di finanziamenti europei privilegia spesso quel tipo di azienda, che è decisamente più inquinante! In questo modo le attività agricole di dimensioni minori e più sostenibili tendono più facilmente a scomparire.

Noi di DOL da sempre ci muoviamo in … contro-tendenza. Col nostro lavoro ampliamo il mercato di aziende piccole e piccolissime. Più volte abbiamo evitato la chiusura di attività e l’estinzione di prodotti. Le prelibatezze gastronomiche che ricerchiamo e scegliamo per voi sono realizzati da produttori che salvaguardano i prodotti vegetali e zootecnici del Lazio.

Le aziende che noi di DOL selezioniamo sono, insomma, inserite positivamente negli ecosistemi locali. Inoltre l’artigianalità tutela il gusto e le proprietà nutritive e la conservazione dei prodotti tradizionali valorizza le tipicità e la biodiversità dei territori.

Come sa chi ci frequenta da tempo, la nostra linea di distribuzione fa uscire questo cibo genuino dalla nicchia e lo rende raggiungibile da sempre più consumatori. Perché siamo convinti che mangiare bene sia la soluzione a più di un problema! “Mangiare meno e mangiare meglio” è un motto che può fare al caso nostro, che ne pensate? 😉

Pasta artigianale, buona e virtuosa

pasta artigianale Lagano

La qualità di un alimento si ritrova nel gusto. Mangiare bene, per chi sceglie la “dieta” tipica italiana, passa anche dalla scelta di una buona pasta. Meglio se locale, artigianale, a base delle migliori semole di grano duro. Almeno questa è la filosofia dei “locavori” ! E nella selezione DOL questo cibo base dell’alimentazione quotidiana, c’è.

Il produttore che abbiamo scelto è Lagano, una piccola azienda a conduzione familiare in provincia di Roma. Le caratteristiche della pasta Lagano sono la materia prima di qualità, la trafilatura in bronzo e l’essiccazione lenta

La materia prima utilizzata è la semola di grano duro extra, di provenienza nazionale. Una garanzia di qualità se pensiamo ai rischi dei grani d’importazione, legati all’utilizzo di glifosato e alle diverse normative riguardanti le micotossine.

La trafilatura in bronzo, rispetto al teflon usato nella produzione industriale, è più costosa e richiede tempi di lavorazione maggiori. Ma è irrinunciabile per un prodotto a regola d’arte, poiché rende la pasta opaca e rugosa, in grado di trattenere anche i condimenti più elaborati.

L’essiccazione lenta e a temperature basse, garantisce anche una maggiore “tenuta” dei nutrienti della pasta e delle qualità organolettiche della materia prima utilizzata. Inoltre, mentre le temperature elevate provocano una perdita di sostanze aromatiche, l’essiccazione a basse temperature regala al prodotto finito un gusto superiore.

Come è scritto sul sito del pastificio Lagano:

Gli ingredienti per fare una buona pasta di semola di grano duro sono soltanto due, semola e acqua. (…) Ma la pasta artigianale è molto di più, tanti sono i fattori che un bravo pastaio deve tener presente affinché si parli di prodotto di qualità. Bisogna decidere la temperatura e la quantità di acqua in base all’influenza climatica della giornata, impastare alla giusta pressione, trafilare tenendo sempre presente le temperature da dare alle trafile, ecc…

Potete acquistare la pasta Lagano presso il nostro punto vendita in via Domenico Panaroli, 35 a Roma. I formati disponibili nella selezione DOL sono: rigatoni, fettuccine, caserecce, mezzi rigatoni, mezze maniche, tonnarelli, linguine, fusilloni, spaghetti, spaghettoni. E dopo questo elenco …non vi è venuta un po’ di fame???  🙂

pasta Lagano: la carbonara di Proloco Trastevere

Una filiera trasparente e partecipata: istruzioni per l’uso

Dol preacquisto Funky Tomato

La Campagna di Pre-acquisto Funky Tomato è una bella avventura cui DOL Di Origine Laziale partecipa anche quest’anno, stavolta in compagnia di una rosa di società e associazioni, firmatarie del Contratto di Rete 2019.

Sono Cooperativa (R)esi­stenza Anticamorra, La Fiammante, Oxfam Italia, Storytelling Meridiano, AgroBio srl, Op Mediterraneo e, naturalmente, noi di DOL. Realtà del terzo settore, della distribuzione e della produzione agricola sostenibile, che portano le proprie competenze nella filiera virtuosa di Funky Tomato. Il fondatore Paolo Russo, come riportato dal Corriere.it, spiega che

«Storicamente i rapporti nella filiera agricola sono sempre stati uno a uno. Il bracciante dialoga con il datore, il produttore con chi distribuisce. Mancava, insomma, una tavola rotonda attorno alla quale confrontarsi e, soprattutto, risolvere i problemi».

NO ai prezzi al ribasso che devastano braccianti e ambiente!

L’obiettivo è dare forza alla proposta di una filiera del pomodoro libera da caporalato e sfruttamento. Come dire: un’agricoltura sostenibile ed equa è possibile, quindi produttori leader di mercato e Grande Distribuzione possono migliorare i propri standard

La speranza è di realizzare il pre-acquisto più grande degli ultimi quattro anni e di raggiungere consumatori ancora ignari del progetto sociale di Funky Tomato!! La copertura mediatica c’è stata, ora vorremmo dare qualche informazione pratica in più sul pre-acquisto, che sarà attivo fino al 15 settembre.

Attraverso il pre-acquisto i privati, i ristoratori, i GAS e  i sottoscrittori del contratto di rete, entrano a far parte della “comunità economica solidale” che sostiene direttamente gli agricoltori. DOL sarà il referente su Roma della campagna.

Come partecipare alla Campagna di Preacquisto

Andando sul sito di Funky Tomato troverete al centro dell’home page il pulsante per partecipare. Cliccandolo verrete indirizzati alla pagina in cui potrete selezionare i prodotti, scontati. Naturalmente si tratta della produzione in corso, cioè di pomodori non ancora lavorati, o ancora da raccogliere!!! Infatti la distribuzione inizierà all’indomani della fine della campagna, ovvero nella seconda metà di settembre.

Chiudiamo ovviamente con l’invito a rendere concreta e significativa , col proprio acquisto, questa filiera alternativa: citando ancora Paolo Russo, fondatore di Funky Tomato

un’agricoltura diversificata, contrattualmente forte, consapevole delle proprie connessioni con il paesaggio e l’ambiente, attenta alle relazioni di lavoro, capace di costruire percorsi di inserimento lavorativo e di interazione culturale.

Tutti elementi preziosi e irrinunciabili, per noi di DOL.

I piccoli produttori che tutelano la Biodiversità

La Tua Etruria SLOW FOOD VILLAGE

Inizia oggi a Viterbo Slow Food Village, il villaggio ECOgastronomico. Quattro giorni di eventi, laboratori, degustazioni e street food.

Si tratta della settima edizione e il tema di quest’anno è “VIAGGIACIBANDO. Il turismo enogastronomico, esperienziale e sostenibile”, in linea con il 2019 “Anno del Turismo lento”. Oltre a mostre esperienziali dedicate alla Tuscia, ci saranno percorsi di degustazione riferiti a varie regioni italiane e una mostra nella Casa della Biodiversità, tra i prodotti a rischio estinzione, denominati Presidio Slow Food.

Come ci racconta il quotidiano online La tua Etruria, durante la presentazione del festival nella Sala Consiliare del Comune,

Luigi Pagliaro, presidente Slow food Lazio, ha sottolineato l’importanza dell’agricoltura, unica chiave per salvare il mondo e andare verso un futuro sostenibile, ovviamente tutelando i piccoli produttori.

Il focus della manifestazione infatti è “Salviamo la biodiversità per salvare il mondo, perché tutelando e valorizzando le piccole produzioni è possibile evitare la diffusione delle monoculture, riscoprire sapori, identità e territori che rischiano di essere compromessi per sempre”.

E così, perfettamente in linea con questo messaggio, che nel suo caso diventa proprio una missione,  tra gli ospiti non poteva mancare il nostro

Vincenzo Mancino, testimonial per il Lazio a Expo e ideatore di progetti per la promozione delle tipicità territoriali e di progetti sociali.

Vincenzo porterà la propria esperienza in un dibattito presso l’Arena intitolato FOOD: TRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE, domenica 7 luglio alle ore 22, che vedrà ospiti (da programma):

Marco Oreggia, giornalista e critico enogastronomico curatore della guida Flos Olei – guida al mondo dell’extravergine; Vincenzo Mancino, fondatore di DOL – Di Origine Laziale e del caseificio Circolo Agricolo Libero nella casa circondariale femminile di Rebibbia. Conduce Carlo Zucchetti, editore e fondatore del giornale enogastronomico http://www.carlozucchetti.it.

Potete leggere il programma completo della manifestazione alla pagina http://www.slowfoodvillage.it/#schedule.

Slow food Village

Una scelta di libertà, anche nel piatto

TRANSHUMANUS

Il prossimo week end del 15 e 16  giugno avrà luogo Transhumanus 2019, un “evento itinerante” molto particolare. I pastori dell’azienda agricola San Maurizio (Picinisco – FR) partiranno con il proprio gregge e con chi vorrà accompagnarli, per raggiungere i 1500 metri di altitudine a Prati di Mezzo, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Come ci racconta Quale Formaggio, la rivista online dedicata al mondo caseario, la passeggiata nasce per avvicinare le persone non del settore, cittadini e consumatori, alla transumanza. Per gli animali non costretti in allevamenti chiusi, è il momento della migrazione stagionale che consente di trovare il cibo migliore.

La transumanza, un rito millenario che unisce l’uomo all’animale allevato, ci riporta alla natura e alla fonte del nostro nutrimento. Come scrive la redazione di Quale Formaggio, si tratta di

Un fenomeno ai cui elementi antichi e fondanti — il viaggio di pastori, greggi e mandrie, e l’erba, nutrimento naturale degli animali da latte — si sono aggiunti, in questi ultimi anni — grazie alla partecipazione di camminatori, turisti, amanti della natura e del buon cibo — un’ infinità di altri contenuti, di valori sociali, umani, emozionali e identitari non indifferenti.

 

quale formaggio Transhumanus

L’evento inizierà con un ritrovo in azienda la sera di sabato 15. La passeggiata di uomini e greggi affronterà un dislivello di oltre 700 metri, con una pausa notturna a un bivacco. Il programma dettagliato è nel bellissimo articolo di Quale Formaggio che ha valorizzato anche la partecipazione di Vincenzo Mancino all’evento.

Per Vincenzo sarà la prima transumanza laziale, dopo molte transumanze lucane: anche questo per lui è un modo di stare vicino ai pastori, in linea con la filosofia di DOL. Come selezionatore di formaggi e, prima ancora, come degustatore attento alla tradizione.

Sono convinto che la partecipazione allargata ad un pubblico ampio di questo percorso dia al consumatore una maggiore consapevolezza, che parte da lì e finisce sui banchi dei mercati: saper riconoscere un prodotto, avere la capacità di leggere l’etichetta, di capire che un latte di una colorazione diversa ha un significato. E poi può servire a far capire, a far ricordare che questi animali vivono di erba, come è naturale che sia. Di erba e di cammino, di erba e libertà, non di mangimi e costrizione.

Ringraziamo Quale Formaggio per l’ampio spazio dedicato al pensiero di Vincenzo Mancino, che vi aspetta sabato per condividere l’esperienza unica di un “lento andare, tutti uniti”. Dopo di essa, mangiare un formaggio non sarà più la stessa cosa! 🙂

Fare impresa oggi: dialoghi all’università.

Vincenzo Mancino

Martedì 7 maggio Vincenzo Mancino è stato ospite del Corso di Laurea in Scienze e Culture Enogastronomiche dell’Università di Roma Tre. L’invito era a intervenire in una lezione per raccontare agli studenti l’esperienza di DOL Di Origine Laziale come player distributivo di una filiera molto particolare.

Naturalmente non si è trattato di una classica lezione frontale. L’intervento si è costruito su una serie di domande, risposte, brain storming, allo scopo di coinvolgere e stimolare il più possibile i giovani presenti.  Vincenzo ha esordito stuzzicando i ragazzi con il concetto di Consumo Critico. A poco a poco sono emerse dall’aula alcune parole chiave, che sono servite per ricostruire il senso delle scelte strategiche di DOL: consapevolezza, informazione, sostenibilità e salute.

Vincenzo ha raccontato la propria storia di esplorazione del Lazio: la scoperta di piccolissimi produttori con modalità produttive  artigianali anche molto antiche. C’era necessità di ottimizzare i processi, ma con la ferma determinazione a non alterare l’artigianalità, frutto della tradizione di un territorio.

Una volta portati su Roma, i prodotti sono diventati popolari grazie alla novità che rappresentavano: “perle” della produzione locale che raccontavano storie importanti di salvaguardia di ecosistemi, di valorizzazione di mestieri antichi e nel contempo di tracciabilità del prodotto. Proprio in quel momento, tra l’altro, si iniziava a parlare di più di filiera corta e di chilometro zero.

La discussione con l’aula è arrivata a cosa significa fare impresa oggi in un settore come quello enogastronomico (ma non solo). Vincenzo, a quel punto, ha messo a fuoco i punti di forza che hanno reso DOL un’esperienza vincente, secondo lui imprescindibili nel mercato attuale. Prima di tutto bisogna studiare e conoscere a fondo il mercato per scegliere, nel mare magnum della globalizzazione, in quale nicchia operare. Si tratterà necessariamente di una nicchia, e allora la scelta del mercato deve avere alle spalle una scelta culturale, e qui arriva il secondo consiglio: il consumo critico in tutti i suoi aspetti deve restare un riferimento di fondo!  Perché?

La risposta non era difficile ma non era neanche scontata, per gli studenti di un Corso in Scienze e Culture Enogastronomiche. Perché il consumo critico ci orienta verso l’eccellenza, la cultura e la tradizione alimentare e verso la sostenibilità della filiera. E questa Qualità deve arrivare agli acquirenti, ai consumatori, alle persone il più possibile, e magari non restare una prerogativa delle élite.

VINCENZO MANCINO

 

Per non perdere nessuna occasione…

formaggi a latte crudo CIBO AGRICOLO LIBERO

Però non si fa così, penserete voi, e… che dire, noi siamo pure d’accordo!!! 🙂

In questo blog ci troviamo regolarmente a informarvi di novità e iniziative che riguardano i prodotti DOL di origine laziale che ricerchiamo, selezioniamo e distribuiamo. Ma, alcune volte, per esigenze di calendario editoriale o altro, la nostra segnalazione si trasforma nel racconto di eventi già avvenuti… e ci troviamo a farvi il resoconto di appuntamenti a cui non potete più partecipare! 😉

E’ proprio il caso della bella serata che si è svolta ieri presso il locale Inofficina, un polo dell’intrattenimento fra birra artigianale, cibo e vecchie motociclette, in via Mesula 12. In occasione della settimana della birra artigianale Inofficina ha organizzato la Notte di Vale la pena, una serata di presentazione e degustazione di prodotti Made in carcere. Ne sono stati protagonisti i formaggi di Cibo Agricolo Libero del carcere Rebibbia femminile; i germogli di Semi Liberi e le birre di Vale la pena!

Però consolatevi, i formaggi di Cibo Agricolo Libero sono sempre a vostra disposizione! Ecco come trovarli, insieme agli altri prodotti DOL:

  • Se siete un rivenditore o un ristoratore potete contattarci alla mail comunicazione@dioriginelaziale.it o al numero 06 9023 5269.
  • Se li volete acquistare per i vostri pasti li trovate presso la bottega ristorante in via Domenico Panaroli, 27 e in molti altri punti vendita della capitale il cui elenco pubblicheremo a breve, è una promessa!
  • Se li volete gustare, sul tagliere o dentro piatti di “tradizione creativa”, potete ordinarli in primis nei ristoranti Proloco di Roma (Proloco Trastevere, Proloco Dol Centocelle e Proloco Pinciano). Ma anche in questo caso stiamo aggiornando la lista dei locali che riforniamo, che li offrono ai propri clienti, quindi stay tuned! 🙂

Inoltre, come sapete, seguendo le pagine Facebook dei tre ristoranti Proloco (e la nostra naturalmente https://www.facebook.com/doldioriginelaziale/) è possibile scoprire eventi e iniziative in arrivo! in tempo 🙂 …Per non perdere nessuna occasione di assaporare prodotti buoni, sani, a chilometro zero, e che sostengono piccole realtà economiche locali!

 

Un cibo che include, tutela, trasforma. L’aperitivo SFYN

aperitivo con Cibo Agricolo Libero

Una decina di giorni fa i formaggi di Cibo Agricolo Libero sono stati protagonisti di un evento “di evasione”. Niente paura, nessuna situazione drammatica! Il gioco di parole lo dobbiamo a Slow Food Youth Network Roma, un gruppo di ragazzi che si riconosce nella filosofia di Terra Madre e che promuove il cibo di qualità. Qualità non solo organolettica ma anche umana, sociale, ambientale.

I valori concreti legati al cibo

Come deve essere quello che mangiamo i giovani di Slow Food Youth Network ce lo spiegano dettagliatamente già sulla loro pagina Facebook:

BUONO – la bontà è il risultato della competenza di chi produce, della scelta delle materie prime e di metodi produttivi che non ne alterino la naturalità.
PULITO – tutti i passaggi della filiera agroalimentare, consumo incluso, devono proteggere gli ecosistemi e la biodiversità, tutelando la salute del consumatore e del produttore.
GIUSTO – la giustizia sociale deve essere perseguita attraverso la creazione di condizioni di lavoro rispettose dell’uomo e dei suoi diritti.

Perfettamente in linea con la visione di D.O.L. e con il progetto di Cibo Agricolo Libero! E infatti i giovani di Slow Food Youth Network Roma hanno deciso di promuovere i formaggi della sezione femminile del carcere di Rebibbia in un simpatico Aperitivo di Evasione. Il titolo era Pecore In Fuga. Ha avuto luogo qualche giorno fa, con in degustazione alcuni dei formaggi di Cibo Agricolo Libero, come Conciato di San Vittore, ‘Na Vitaccia, Foglia di Limone.

Inclusione e biodiversità

Insieme ai formaggi di Cibo Agricolo Libero un altro prodotto di economia carceraria era protagonista della serata: le birre artigianali di Vale la Pena, ben note a chi ci segue!, del progetto di Semi di Libertà Onlus. L’aperitivo aveva anche l’obiettivo di sostenere Roberto Dalia, un quotidiano difensore della biodiversità. Alleva da anni le pecore quadricorno, razza ovina al limite dell’estinzione.

Con grande piacere abbiamo condiviso con voi il resoconto di questo incontro di degustazione e divulgazione! Ringraziamo di cuore Slow Food Youth Network Roma, ragazzi sensibili alle criticità ambientali e sociali e promotori della trasformazione di stili di vita e modelli di produzione. E ci auguriamo che la rete di consumatori responsabili cresca sempre di più, in modo intergenerazionale.

aperitivo di evasione