Il primo giorno di dicembre il Caseificio del Carcere Femminile di Rebibbia, ideato e fortemente voluto da Vincenzo Mancino, ha compiuto un anno.
Tra quanti hanno voluto celebrarlo e ripercorrerne la storia segnaliamo l’accurato articolo di Agrodolce, portale sul mondo enogastronomico e i suoi protagonisti, firmato da Irene De Rossi.
Cibo Agricolo Libero si affianca, da un anno a questa parte, a un’azienda già esistente all’interno del carcere romano, con tanto di gregge, polli e galline. (…) E di passi in avanti, in 365 giorni, se ne sono fatti eccome: i formaggi, compresa la ricotta, si realizzano comprando latte nobile (non essendo il gregge sufficiente a soddisfare da solo tutta la produzione, ma si lavora anche per risolvere questo aspetto) di alta qualità riconosciuta e certificata, ricchissimo di Omega 3, polifenoli e antiossidanti.
L’articolo ricorda Freedhome, marchio delle cooperative operanti nel settore carcerario; inoltre nomina altre realtà romane legate a Vincenzo Mancino e Proloco Dol: Proloco Pinciano e Proloco Farnesina, ristoranti romani “a km zero” e il nuovo Edda Ella, che valorizza materie prime e ricette del territorio laziale.
Ringraziamo Agrodolce e Irene De Rossi, condividendo la riflessione e l’augurio a Cibo Agricolo Libero che chiudono l’articolo:
il fattore solidarietà non dev’essere l’unico motivo che deve indurci all’acquisto. Il formaggio è buono, il lavoro è serio, provare per credere. Non possiamo che augurargli 100 di questi compleanni.